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𝑾𝑶𝑹𝑳𝑫 𝑾𝑨𝑻𝑪𝑯 𝑳𝑰𝑺𝑻 𝟐𝟎𝟐𝟐

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𝑾𝑶𝑹𝑳𝑫 𝑾𝑨𝑻𝑪𝑯 𝑳𝑰𝑺𝑻 𝟐𝟎𝟐𝟐

L’organizzazione Porte Aperte/Open Doors, da oltre 60 anni impegnata sul fronte dei cristiani perseguitati, ha pubblicato oggi la World Watch List annuale relativa ai paesi in cui la persecuzione è più forte. Analizzando il periodo dal 1° ottobre 2020 al 30 settembre 2021, è stato rilevato che il numero di cristiani perseguitati nel mondo è di circa 360 milioni, in aumento rispetto all’anno precedente (quando risultavano circa 340 milioni di vittime di persecuzione). In forte e preoccupante aumento è qualsiasi atto persecutorio anti-cristiano: 5898 sono stati i cristiani uccisi (16 ogni giorno – 4650 solo in Nigeria – +24% rispetto ai 4761 dello scorso anno), 5110 le chiese attaccate o chiuse (+14%), 6175 le persone arrestate senza processo o incarcerate (16 ogni giorno, ben il 69% in più rispetto ai 2813 rilevati nell’anno precedente), 3829 i cristiani rapiti, dieci ogni giorno, più che raddoppiati rispetto ai 1710 del rapporto di un anno fa.

Considerando gli aspetti pubblici e privati della vita dei cristiani nel mondo, i paesi in cui l’ostilità si attesta a livelli estremi sono 11: l’Afghanistan è il primo, seguito dalla Corea del Nord che perde il vertice di questa classifica dopo venti anni (ma dove comunque i numeri della persecuzione aumentano). In Afghanistan, la presa di potere dei talebani e la conseguente crisi non ha fatto altro che aumentare una libertà religiosa già pressochè assente; qui, la piccola e nascosta comunità cristiana (qualche migliaio di persone) vive in un contesto scioccante dove gli uomini vanno quasi certamente incontro alla morte se la loro fede viene scoperta. Donne e ragazze possono evitare la morte, ma per essere date in moglie come “bottino di guerra” a giovani combattenti talebani; altre vengono violentate e poi sottoposte alla tratta. Inoltre, il nuovo governo talebano ha ottenuto l’accesso a documenti che hanno contribuito all’identificazione di cristiani afgani, spesso arrestati al fine di scovare reti di cristiani e poi uccisi. I combattenti talebani li cercano attivamente, anche casa per casa. Un quadro invivibile che ha portato alla fuga di gran parte della popolazione cristiana nelle regioni rurali o nei campi profughi delle nazioni vicine.

In Corea del Nord, nel regime di Kim Jong-un, vivono circa 400mila cristiani di cui 50-70 mila risultano detenuti per questioni legate alla fede (imprigionati nei brutali “campi di rieducazione” della nazione, dai quali pochi escono vivi). Anche qui i numeri della persecuzione aumentano, complice una nuova legge contro il pensiero reazionario che ha fatto crescere gli arresti e le chiusure delle chiese casalinghe.

Al terzo, quarto e quinto posto della World Watch List si trovano, dopo l’Afghanistan, altri tre paesi islamici: Somalia, Libia e Yemen. Qui le fonti di persecuzione sono connesse a una società islamica tribale radicalizzata, all’estremismo attivo e all’instabilità endemica di questi paesi: la fede cristiana va vissuta nel segreto e se scoperti (specie se ex musulmani) si rischia anche la morte.

Tra paesi in cui il livello di persecuzione anti-cristiana è estremo rimane stabile l’Eritrea (6°), mentre la Nigeria sale ancora (7°) confermandosi la nazione dove si uccidono più cristiani al mondo (4650 solo nell’ultimo anno), sebbene inspiegabilmente gli Stati Uniti l’abbiano rimossa dalla lista delle nazioni preoccupanti dal punto di vista della libertà religiosa.

Il Pakistan scende dal 5° all’8° posto, con una lieve diminuzione del livello di persecuzione pur rimanendo stabilmente la seconda nazione al mondo dopo la Nigeria dove si manifesta più violenza anticristiana, anche attraverso le infime leggi anti-blasfemia. Anche l’Iran (9°) resta tra le nazioni dove la vita dei cristiani è più difficile: costretti a vivere la propria fede clandestinamente, i cristiani e le chiese sono percepiti come minacce al regime islamico e, come in tutti i già citati paesi islamici, i convertiti al cristianesimo sono esposti a maggiori rischi.

In India (10°), dove l’ideologia nazional-induista è sempre più influente (secondo cui essere indiano significa essere indù), la violenza contro i cristiani è ignorata o addirittura incoraggiata dai leader politici, e rafforzata dalla propaganda disinformativa su ogni mezzo di comunicazione.

Crescono i numeri della persecuzione anche in Arabia Saudita (11°), dove la maggior parte dei cristiani è composta da lavoratori stranieri e temporanei soggetti a condizioni di vita e di lavoro orribili. Anche se pochi, ci sono poi i cristiani sauditi convertiti dall’Islam, di solito costretti a vivere la loro fede in segreto, rischiando la violenza, il divorzio e altro.

Nel quadro delle persecuzioni anti-cristiane nel mondo, le donne vanno spesso incontro a destini tragici divenendo vittime di stupri, abusi e matrimoni forzati. Secondo le stime di Porte Aperte, nell’anno 2020-2021 sono state oltre tremila le donne o ragazzine cristiane che hanno subìto stupri e abusi, mentre almeno 1500 sono state costrette a matrimoni forzati. Come riportato, sono però cifre da considerare come la punta di un iceberg ben più imponente e allarmante.

I bambini sono anch’essi toccati dalle drammatiche conseguenze della persecuzione anti-cristiana: colpiti tanto dalla violenza (abusi, matrimoni forzati, tratta, riduzione schiavitù) quanto dalla discriminazione diretta e indiretta (dei genitori con arresti, vedovanza, negazione custodia dei figli e accesso a sanità, istruzione, ecc.).

Attraverso questo ultimo rapporto, Porte Aperte ha evidenziato quattro principali dinamiche: la vittoria talebana è benzina per il jihadismo globale; la crescita del fenomeno di una chiesa “profuga” con sempre più cristiani in fuga dalla persecuzione; il modello cinese di controllo centralizzato della religione emulato da altri paesi; governi autoritari (e organizzazioni criminali) usano le restrizioni COVID-19 per indebolire le comunità cristiane. Come dichiarato dal direttore di Porte Aperte, Cristian Nani, “Il primo posto dell’Afghanistan nella World Watch List è motivo di profonda preoccupazione. Oltre all’incalcolabile sofferenza per la piccola e nascosta comunità cristiana in Afghanistan, manda un messaggio molto chiaro agli estremisti islamici di tutto il mondo: ‘Continuate la vostra brutale lotta, la

vittoria è possibile’. Gruppi come lo Stato Islamico e l’Alleanza delle Forze Democratiche ora ritengono che il loro obiettivo di costituire un califfato islamico sia di nuovo raggiungibile. Non possiamo sottovalutare il costo in termini di vite umane e miseria, che questo ritrovato senso di invincibilità sta causando. Oltre 360 milioni di cristiani perseguitati nel mondo! Quest’anno registriamo il più alto livello di persecuzione da quando il nostro report viene pubblicato. Purtroppo, cresce ancora una delle numericamente più imponenti persecuzioni mai sperimentate in questa terra. L’Africa Sub-Sahariana continua a essere scenario di massacri di cristiani. Solo in Nigeria 4.650 cristiani uccisi per ragioni legate alla loro fede! Oltre a tanta sofferenza assistiamo a un miracolo: la rinuncia alla vendetta, alla rappresaglia. Se la risposta fosse proporzionale, oggi saremmo di fronte a una catastrofe inarrestabile in Africa”.

Pur fuori dalla lista dei 50 paesi con livelli di persecuzione estrema, molto alta o alta, Una Voce nel Silenzio vuole tra l’altro ricordare – anche alla luce delle sue missioni – le delicate situazioni in Kosovo (dove l’ostilità etnica tra albanesi e serbi è spesso causa di discriminazione anche violenta contro la comunità cristiana serba) e in Artsakh, dove le tensioni tra Armenia e Azerbaigian (supportata dalla Turchia, 42esima nella lista) rivivono periodicamente dopo la breve guerra del 2020 che ha visto la distruzione di molti simboli religiosi e luoghi di culto diventati inaccessibili ai cristiani della regione. Infine, non si abbassi l’attenzione sui cristiani palestinesi, a cominciare dalle recenti dichiarazioni congiunte di Patriarchi e capi delle Chiese che hanno criticato Israele affermando che “i cristiani sono diventati il ​​bersaglio di attacchi frequenti e prolungati da parte di frange radicali” e ritenendo che la loro presenza nella Gerusalemme Est occupata, in Cisgiordania e in Israele sia minacciata

http://porteaperteitalia.org/world-watch-list/2022/

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