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[Esclusiva] Intervista a Padre Michael Rabahieh, parroco della chiesa di St. George di Homs

Pubblicato da: UVNS 0 Commenti

Ricordate il matrimonio di Fadi e Rana celebrato tra le macerie della chiesa greco-ortodossa di St. George, ad Homs? Sì, proprio la chiesa senza tetto colpita e distrutta da Daesh, la stessa chiesa che abbiamo visitato durante la nostra missione in Siria nel febbraio del 2016. Qualche settimana fa siamo riusciti a metterci in contatto con loro, in quest’intervista leggerete cosa ci hanno raccontato. Lasciamo la parola al parroco della parrocchia, il Santo Padre Michael Rabahieh.

In Italia si è letto molto di quanto in questi anni è avvenuto in Siria, articoli per lo più preconfezionati e farciti di informazioni molto poco attendibili. Voi la guerra l’avete vissuta sulla vostra pelle ed è proprio la vostra voce quella che vogliamo ascoltare.
“Grazie per l’interessamento. Siamo felici di aiutarvi”.

Quando e come è stata distrutta la vostra chiesa?
“La nostra chiesa è stata distrutta nel giugno del 2012. Come è stata distrutta? Non lo sappiamo, sappiamo solo che è stata devastata a causa della guerra”.

Quanti fedeli sono dovuti scappare via da Homs?
“Il numero di cristiani fuggiti da Homs supera le 4.000 famiglie. Alcune persone hanno però deciso di restare qui trasferendosi in altri quartieri, quelli non colpiti dalla crisi”.

Quando hanno iniziato a ritornare gli abitanti?
“I residenti hanno iniziato a ritornare nel 2014, dopo il 9 maggio.[1] Non sono però tornati tutti perché molte circostanze non glielo permettono”.

Come avete fatto a ricostruire la chiesa e in quanto tempo?
“La ricostruzione della chiesa non è ancora terminata perché la nostra disponibilità economica è poca. Tuttavia, la ricostruzione è iniziata nel 2014-2015, tramite le nostre poche risorse e le donazioni dei nostri fedeli, nessun’altra organizzazione ci ha sostenuto economicamente. L’Arcivescovado di Homs è stato anch’esso distrutto”.[2]

Come è ora la situazione ad Homs?
“Oggi la situazione ad Homs sta diventando molto molto buona”.

Quali iniziative di solidarietà state portando avanti?
“Stiamo cercando di sostenere e aiutare tutte le persone che ne hanno bisogno ma la distruzione della nostra chiesa e le durissime conseguenze della guerra ci rendono spesso impossibile portare a termine il nostro lavoro”.

Il dramma vissuto in Siria va oltre ogni immaginazione, le uniche alternative date da Daesh ai cristiani siriani sono state quelle di scegliere tra la conversione la fuga o la morte. Prima della guerra, i cristiani rappresentavano il 10% della popolazione, dal suo inizio dai 300.000 ai 900.000 hanno dovuto abbandonare la loro terra.[3] Terra in cui, è bene ricordarlo, si parla ancora l’aramaico, la lingua di Gesù. La nostra speranza è che lo spirito del Natale possa smuovere le coscienze dei tanti cattolici d’occidente, che in tutti questi anni non hanno speso né una parola né una preghiera per i loro fratelli di fede.

Un ringraziamento speciale ad Hanna Deeb, Church Media Coordinator, per il preziosissimo aiuto fornitoci.

Di Federica Miceli


[1] Cruciati, Chiara. “Siria. La vittoria del regime ad Homs”. http://nena-news.it/siria-la-vittoria-del-regime-homs/ . Nena News. 09/05/2014. Web. 11/12/18

[2] Benignetti, Alessandra. “Ricostruire la cattedrale di Homs”. http://www.occhidellaguerra.it/ricostruiremo-la-cattedrale-di-homs/ . 15/09/16. Web. 11/12/18

[3] Muratore, Andrea. “Il difficile futuro dei cristiani: in Siria tra normalità e intolleranza.” http://www.occhidellaguerra.it/cristiani-siria/ . Gli occhi della guerra. 08/08/18. Web. 11/12/18

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