
Fuori dall’enclave
FUORI DALL’ENCLAVE – In gioco per il domani
è un progetto promosso dall’associazione Una voce nel silenzio, che offre ai bambini serbi del Kosovo
un’opportunità unica: vivere un’esperienza di incontro, sport e dialogo al di fuori delle enclavi o dei
villaggi isolati in cui sono costretti a crescere, spesso senza la possibilità di socializzare o confrontarsi
con coetanei di altre realtà.
Questi territori, segnati ancora oggi dalle ferite della guerra del 1999, sono teatro di tensioni etniche
persistenti e di una quotidianità difficile, in cui chi appartiene a una minoranza affronta
discriminazioni e isolamento.
Dal 7 al 14 giugno, un gruppo di bambini sarà ospite in Italia, dove potrà:
• allenarsi e giocare a calcio con coetanei italiani,
• partecipare a tornei sportivi,
• visitare luoghi significativi delle città lombarde,
• raccontare la propria storia a istituzioni e cittadini.
Ogni giornata prevede anche incontri istituzionali con rappresentanti dei Comuni, della Regione
Lombardia, del Parlamento italiano ed europeo, nonché momenti pubblici di confronto e
sensibilizzazione con esperti di geopolitica e reporter di guerra.
Parallelamente, verranno organizzate attività con le famiglie dei bambini italiani coinvolti nei tornei,
per creare momenti di festa, dialogo e scambio culturale, in un clima di accoglienza e vicinanza.
L’obiettivo del progetto è quello di far conoscere a questi bambini un luogo di pace, lontano dalle
tensioni quotidiane e dalle barriere che li separano dal resto del mondo. Attraverso lo sport, e in
particolare il calcio – linguaggio universale capace di unire al di là delle differenze – potranno vivere
momenti di gioco e libertà, sviluppare relazioni basate sul rispetto reciproco e scoprire il valore
dell’amicizia.
L’incontro con coetanei italiani, le attività condivise con le famiglie e i momenti di dialogo promossi
durante la settimana diventeranno occasione per un autentico scambio culturale, in cui ciascuno potrà
offrire e ricevere qualcosa: storie, sogni, parole e sorrisi.
Si tratta di un’esperienza che intende seminare ponti e consapevolezza perché la guerra del ’99 lascia
ancora ferite aperte in tutta l’Europa.