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DIECI ANNI DI GUERRA IN SIRIA

Pubblicato da: UVNS 0 Commenti

Dieci anni di guerra in Siria: si cancellino le sanzioni di Ue e Stati Uniti

Dieci anni fa esatti – il 15 marzo 2011 – aveva inizio il conflitto in Siria. Le proteste allora rivolte contro il governo di Bashar al-Assad sfociarono nei mesi successivi in una guerra ancora oggi in atto che, fin qui, ha fatto contare circa mezzo milione di morti, tre milioni di feriti e oltre 12 milioni tra sfollati e rifugiati. In un contesto devastato e ancora ben lontano da una stabilità politica e sociale, le sanzioni imposte alla Siria da Unione Europea e Stati Uniti già dal 2011 ostacolano gli aiuti umanitari rendendo quasi impossibile l’invio di fondi e beni necessari a una popolazione in grave difficoltà.

Le sanzioni europee, presentate come sanzioni contro il regime siriano e i suoi sostenitori, prorogate di anno in anno e attualmente in vigore fino al 1° giugno prossimo, prevedono – si legge sul sito del Consiglio europeo – “divieto di viaggio e congelamento dei beni” di suddette persone e aziende a esse correlate, oltre a “embargo sul petrolio, restrizioni su alcuni investimenti, il congelamento dei beni della banca centrale siriana detenuti nell’UE e restrizioni all’esportazione di attrezzature e tecnologie che potrebbero essere usate a fini di repressione interna”.

Sulla stessa lunghezza d’onda le sanzioni alla Siria da parte degli Stati Uniti, regolamentate dal Caesar Act (in vigore dal giugno 2020), che prevede “l’imposizione di nuove sanzioni al regime del Presidente siriano e a qualunque individuo o organizzazione che lo supporti o faciliti l’acquisizione, da parte di questo, di beni, servizi o tecnologie utili alle sue attività militari, al settore aeronautico, all’industria di idrocarburi siriana e al settore delle costruzioni, anche attraverso prestazione ingegneristiche, intaccando, di fatto, il processo di ricostruzione del Paese” (Centro Studi Internazionali). Sanzioni unilaterali rinvigorite anche nello scorso dicembre e, dopo una relazione alle Nazioni Unite, definite dal ministero degli Esteri siriano come “crimini contro l’umanità”. Misure che hanno contribuito a condannare quasi dieci milioni di siriani in condizioni di insicurezza alimentare e che, nonostante il quadro normativo internazionale preveda deroghe agli embarghi per ragioni umanitarie, non permettono un regolare flusso di aiuti da parte delle organizzazioni solidali.

Una Voce nel Silenzio, già in missione in Siria nel 2016 per donare generi alimentari e beni di prima necessità nelle città di Damasco, Ma’lula, Homs e Tartous, e nel 2019 contribuendo alla ricostruzione di una chiesa di Homs, vuole ricordare anche la difficile condizione dei cristiani là presenti – circa 2 milioni prima del conflitto e oggi stimati nella metà – chiedendo la rimozione di sanzioni ingiuste affinchè il popolo siriano possa, anche tramite la solidarietà occidentale, rialzarsi prima possibile e definitivamente.

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