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Kosovo: alba di un nuovo conflitto?

Pubblicato da: UVNS 0 Commenti

Il rosso che sta a simboleggiare il sangue versato dal popolo serbo, il blu che sta ad indicare il mare da cui era bagnato il Regno di Serbia, il bianco che rappresenta l’innocenza e l’aquila bicefala, della dinastia Nemanjić. Questo il tricolore serbo che questa notte è stato esposto in tutte le finestre delle case, dei negozi e dei bar a Mitrovica, città del nord del Kosovo che accoglie la più grande enclave serba della regione. Qui la bandiera è un simbolo ancor più importante che nel resto del paese perché questa città è divisa in due dal fiume Ibar e dall’altra parte del ponte troviamo una forte componente albanese. Esporre il proprio vessillo è quindi sinonimo di appartenenza, ma anche di sfida. E questa volta i serbi del Kosovo la sfida la stanno lanciando a tutte le autorità del governo kosovaro e all’Europa intera: l’esercito kosovaro non si deve costituire. Nella seduta di oggi del parlamento i deputati sono chiamati a votare sulla trasformazione della Forza di sicurezza kosovora in un esercito vero e proprio. [1]E per le strade di pristina i kosovari di etnia albanese hanno festeggiato lungamente in questi giorni sventolando bandiere statunitensi in quanto gli Stati Uniti hanno dato il loro completo appoggio alla scelta. Dopo che il Premier Haradinaj nelle scorse settimane aveva giurato sulla bandiera albanese i suoi sostenitori sventolano quella americana, come può quindi il Kosovo essere riconosciuto come stato se nemmeno le istituzioni e i cittadini lo considerano tale? La creazione di un esercito è un atto politico molto forte che vuole rafforzare l’idea che lo stato esiste, è sovrano e decide sulle proprie sorti militari. Ma oltre ad avere dei risvolti esterni manda anche un chiaro messaggio interno: finché ci sarà la KFOR continuerà ad esserci questa condivisione della forza militare ma poi tutto sarà in mano al governo e per i serbi in questo stato non c’è spazio. In questi giorni dove si sente molto spesso parlare di terrorismo e di gruppi terroristici ricordiamo che Haradinaj e molti suoi sostenitori erano membri attivi dell’UCK organizzazione che si è macchiata di terribili crimini durante la guerra. E l’Italia e l’Europa? Continuano nel loro assordante silenzio sperando che la situazione si risolva in un nulla di fatto, ma questa volta sarà molto difficile. I serbi sentono minacciata la loro esistenza in Kosovo e se questa notte hanno esposto delle bandiere domani potrebbero organizzare delle proteste in piazza. La tensione è altissima ed anche il Presidente serbo Vucic ha affermato che questa decisione di Pristina potrebbe portarlo a fare delle scelte difficili per difendere il suo paese ed il suo popolo, che tradotto significa che non esiterebbe a preparare un’azione militare.[2]

Cosa aspettarci? Il nodo principale sarà la votazione del parlamento kosovaro di oggi dopodiché ogni ipotesi è plausibile, anche quella di una nuova guerra.

di Stefano Pavesi


[1] http://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/rubriche/politica/2018/12/12/kosovo-pristina-invasa-da-bandiere-usa-festa-per-esercito_03e73c5b-3ff0-4e36-8de4-c0f419110c85.html. AnsaMed. 12/12/2018. Web. 14/12/2018.

[2] http://www.askanews.it/esteri/2018/10/19/presidente-serbia-esercito-del-kosovo-minerebbe-pace-e-stabilità-pn_20181019_01865/. Askanews. 19/10/2018. Web. 14/12/2018

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